“Non ci si può permettere di sprecare una crisi. É un opportunità di fare cose che non si pensava di poter fare prima.” Questa famosa citazione di Rahm Emanuel, già capo di gabinetto di Obama alla Casa Bianca, risale al 2008, all’inizio della grande recessione, ma è quanto mai valida oggi per chi crede nel sogno e nel progetto europeo.
L’Europa è giunta ad un bivio. La risposta all’emergenza
coronavirus si sta rivelando decisiva per il suo futuro e per la sua stessa
esistenza. La crisi peggiore dalla seconda guerra mondiale sta mettendo in
evidenza tutti i limiti dei suoi vertici e della sua impalcatura, e, oltre alle
regole e ai trattati, sta facendo vacillare gli stessi valori e ideali fondamentali
che sono alla base della sua costruzione.
La solidarietà in ostaggio alla
dogana tedesca assieme alle mascherine destinate al nostro Paese, la chiusura
delle frontiere e la fine di Schengen, l’incapacità della Bce di dare risposte
concrete, le parole scellerate della Lagarde, l’ossessione per una riforma del
MES rapace e pericolosa e l’ostinarsi nel dare regole e soluzioni nazionali a
un problema palesemente globale, che non conosce confini e frontiere, sono i
sintomi di una colpevole mancanza di coraggio, di funzione, di senso.
L’Europa, in definitiva, manca proprio quando ce ne sarebbe più bisogno.
E’ proprio questo il momento del colpo di reni. Del coraggio, delle risposte e delle soluzioni. Se non ora, quando?
C’è bisogno di una strategia
comune per impedire una crisi che non sarà solo italiana, ma coinvolgerà tutti
gli stati europei. Gli Eurobond sarebbero un primo segno tangibile che la
solidarietà su cui abbiamo piantato la bandiera europea non è solo una chimera,
e segnerebbero l’inizio di una politica comunitaria in materia di fisco ed
economia. Un primo passo, non sufficiente, non risolutivo, ma un primo passo
importante. Serve ora, o le conseguenze rischiano di essere irrimediabili.
Economicamente, socialmente, politicamente.
Dalle grandi crisi non si esce mai con il mondo di prima. E’ questo il bivio a cui l’Europa è costretta.
Può traghettare 27 Paesei e milioni di europei fuori da questa tragedia e rinascere su valori di democrazia, fratellanza e giustizia sociale. Oppure può rimanere legata al peso del suo immobilismo, e rischiare di affondare. Questa volta per sempre.